Spesso c’è ancora confusione tra il grano tenero e il grano duro e il loro utilizzo in cucina attraverso preparazioni molto diverse fra loro.
Facciamo un po’ di chiarezza.
Il grano tenero si ottiene dalla specie vegetale triticum aestivum, meglio conosciuta come “frumento comune”. Il grano tenero predilige crescere in zone geografiche dal clima mite e in terreni fertili; viene perciò coltivato specialmente in regioni montane, nelle valli e in paesi dalle elevate altitudini. Si caratterizza da chicchi friabili, dalla macinazione di questi chicchi si ottiene la farina bianca destinata alla produzione di pane, pizze, dolci e altri prodotti lievitati o di pasta fresca. A seconda, poi, della tipologia di raffinazione si ottengono le farine di tipo 00, 0, 1 e 2 come avevamo già spiegato in un precedente post https://www.molinomartinetto.it/classificazione-delle-farine-base-alla-raffinazione/
Il grano duro, invece, si ottiene dalla specie vegetale triticum durum, si tratta di un paricolare frumento che con la sua macinazione dà vita allo sfarinato conosciuto come semola. La semola è ricca di carotenoidi, per questo è caratterizzata da una colorazione ambrata, è granulosa e viene impiegata principalmente per la produzione della pasta. Il grano duro preferisce climi poco umidi e terreni argillosi e viene prodotto soprattutto nelle regioni meridionali e nelle isole; questo tipo di frumento ha, inoltre, una minore resistenza alle avversità ed una più difficile capacità di adattamento rispetto al frumento tenero.
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